domenica 6 settembre 2009

Vimini questo sconosciuto

In tutti i tempi e sotto tutti i cieli si è intrecciato e si continua ad intrecciare canestri e panieri. Di ogni forma, rotonda, ovale, alta e bassa, lunga e corta, col manico o l'impugnatura, persino quali borsette per signora. Fantasia e moda si rivelano inesauribili fonti d'idee nell'esecuzione di questo articolo, tanto utile nella vita di tutti i giorni
Ma per rendersi veramente conto delle possibilità e delle particolarità di questi materiali noti da tempi remoti e pur sempre moderni come la canna d'india e il vetrice (vinco) bianco o rosso, bisogna poterli lavorare personalmente.

Infatti è un'arte particolare quella di dar vita con le proprie mani, partendo da un intreccio di canne e festuche, a un oggetto che è qualcosa di più d'un semplice recipiente.

Il nostro foglio-modello vuol appunto diffondere quest'arte e facilitarne la pratica, in quanto, come per altre tecniche anche nell'intreccio sono necessarie alcune nozioni base, concernenti soprattutto il modo di iniziare e terminare un lavoro, mentre forma e ornamenti ognuno li esegue a proprio piacimento.

La canna d'India (chiamata impropriamente vimine) è la materia ideale per i principianti (esiste nei diametri da 1 a 8 mm). Si usa quasi sempre quella di u e 2,5 mm di diametro. Per eseguire canestri piuttosto grandi, e inserirvi decorazioni e per ornare i manici fatti di canna naturale (giunco), si adopera spesso della canna greggia. Il vetrice verde o mandato invece è difficile da lavorare; non è quindi consigliabile ai principianti, salvo occasionalmente, a titolo decorativo. Il materiale greggio va messo in molle prima dell'uso, in acqua fredda o tiepida, affinché diventi malleabile e non si spezzi. anche quando si intreccia, il lavoro va tenuto sempre umido. Il vinco va messo a macerare alcune ore prima dell'uso.

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