lunedì 28 settembre 2009

giovedì 24 settembre 2009

domenica 20 settembre 2009

La terra è bassa

E per lavorarla bisogna piegarsi!!

venerdì 18 settembre 2009

API & Arnie

http://in-art-online.com/e-commerce/index.php?cPath=800
Su questo sito c'è tutto quello che serve per allevare le api!!
Stiamo parlando di cifre ridicole, senza contare che se mettiamo lo stesso impegno che usiamo per vangare nelle api sicuramente saremo sommersi dal miele!!

PS: Domenica io sono la e costi quel che costi... VANGO!!
Olè!!!

giovedì 17 settembre 2009

GAZEBOSO GABBIBBOSO

PER ESTATE 2010
Con 120 euro abbiamo un gazebo 9x3 per grigliate e per ripararci da zanzare e pioggia!
Che ne pensate?? Se volessimo costruirlo noi con 4 pali e una tettoia andiamo a spendere la stessa cifra!!

http://cgi.ebay.it/gazebo-da-tenda-3x9-incl-8-pezzi-later-tendone-carport_W0QQitemZ360177583855QQcmdZViewItemQQptZArredamento_da_Esterno?hash=item53dc41c6ef&_trksid=p3286.c0.m14

E sicuramente se ne trovano anche da meno!!

lunedì 14 settembre 2009

I MATTONI REFRATTARI!!

http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20090911004925AAEEbpV

Guardate il profilo di uno di quelli che ha risposto, è il suo mestiere!!
Secondo me dobbiamo usarli!! Se rubiamo quelli normali poi i refrattari per la base li pago io, anche se non si rompe almeno abbiamo un BBQ piu funzionale che tiene meglio il calore!!

Ma come facciamo a far cambiare l'altezza della griglia in base a quanto è alto il fuoco??

domenica 13 settembre 2009

Manutenzione orto

Oggi ho fatto alcuni lavori all'orto utilissimi come togliere le felci dal sentierino, togliere le pante cazzute dall'orto, creare un flauto in bambù e altre amenità!!! Olè!!!

PS: Il coompostaggio va fatto assolutamente!!

venerdì 11 settembre 2009

Intrecciare i vimini!!

Alcuni bbq carini

Alcuni hanno il camino ma sono solo indicativi, noi lo possiamo fare senza!


Bamboo torch by Thomas Mascall

La plastica grazie alla sua lunga durata combinata ad un peso quasi irrisorio è diventata parte integrante degli oggetti di uso quotidiano, ma in questo priodo in cui l’impatto ambientale dei materiali utilizzati è tenuto sotto stretto controllo, la consapevolezza che la plastica sia molto difficilmente degradabile non gioca di certo a suo favore.
Al fine di iniziare un contenimento nell’utilizzo dei dispositivi elettronici, il designer inglese Thomas Mascall ha creato una torcia innovativa in cui l’involucro di plastica è sostituito da bamboo.
La torcia in bamboo, alimentata da una semplice batteria, è corredata di un led che assicura un basso consumo energetico e di conseguenza una lunga durata del dispositivo luminoso. In sostanza la Bamboo Torch combina perfettamente soluzione low-tech ed hi-tech.

Diamoci dentro di compostaggio

Abitare
RIFIUTI: il compost di casa mia
Introduzione  Su
In natura la sostanza organica non più utile alla vita viene decomposta dai microrganismi presenti nel terreno che la restituiscono al ciclo naturale. Il compostaggio (dal latino compositum = miscelato) imita il ciclo della natura riproducendo, in maniera controllata e accelerata, i processi che restituiscono le sostanze organiche al ciclo di vita. E' forse uno dei metodi di riciclaggio più antichi che siano stati messi in pratica dall'uomo.
Un terzo dei rifiuti che produciamo è costituito dagli avanzi di cucina e dagli scarti della manutenzione dei giardini, che costituiscono lo scarto “umido” od “organico”.

Effettuare la raccolta differenziata dell'umido è molto importante  perché quando i rifiuti organici finiscono nelle discariche producono, oltre a fastidiosi odori, anche percolato e biogas, due elementi pericolosi per la qualità dell'acqua di falda e dell'aria. Negli inceneritori i rifiuti organici, che contengono molta acqua, peggiorano il rendimento e favoriscono l'emissione di inquinanti. E' invece consigliabile raccoglierli in maniera separata e inviarli in impianti di compostaggio. Infatti bruciare la frazione organica nei forni recuperando energia rinnovabile, consentirebbe un risparmio di 75 grammi di CO2 ogni chilo di rifiuto organico, a fronte di ben 175 grammi riciclando compost e ben 350 grammi circa producendo prima biogas!
Chi possiede un orto o un giardino ha la possibilità di gestire gli scarti umidi in maniera autonoma attraverso il compostaggio domestico producendo, in tempi relativamente brevi, dell’ottimo terriccio (compost) molto fertile, assolutamente ecologico ed economico, utile per l’orto, il giardino o per rinvasare i fiori.
Per promuovere l'attività di compostaggio domestico alcuni Comuni organizzano, anche in collaborazione con Legambiente, corsi teorico-pratici sulle tecniche di produzione del compost e mettono a disposizione dei cittadini che posseggono un giardino una compostiera. E' comunque facile reperire tutto il necessario in commercio (negozi di giardinaggio o “fai da te”).

La ricetta per produrre un ottimo compost è semplice. Basta lo scarto organico, il “cibo” per gli organismi che operano la trasformazione del rifiuto. Il resto lo fa l'ossigeno dell'aria, indispensabile per la respirazione microbica e la trasformazione delle sostanze organiche, ottenuto semplicemente rivoltando spesso il materiale da compostare e stratificando i diversi tipi di materiale organico. Attenzione: senza ossigeno, infatti, il rifiuto organico sarebbe soggetto alla putrefazione, non si formerebbe humus e si avrebbero odori sgradevoli durante il processo. Altro elemento indispensabile è l'acqua, utile per favorire lo sviluppo dei microrganismi. Per assicurare un livello ottimale di umidità è necessario scegliere un luogo ombreggiato, favorire il drenaggio e, ove necessario, innaffiare il tutto.
Nella compostiera vanno raccolti i rifiuti biodegradabili ridotti in pezzi non troppo grossi, alternando possibilmente strati di materiale secco a strati di materiale umido.
I rifiuti adatti al compostaggio sono:
  • gli avanzi di cucina, come gli scarti di frutta e verdura, fondi di caffè, bustine di tè e tisane, gusci d'uovo;
  • gli scarti di giardini e orti, come rami e segatura, sfalci d'erba, paglia, foglie secche e scarti di potatura;
  • altri materiali biodegradabili, come trucioli di legno non trattato, carta per alimenti, cenere, tovaglioli e fazzoletti di carta (eventualmente si possono aggiungere anche appositi enzimi in vendita nei negozi specializzati).
Non vanno mai compostati, invece: gli inerti (vetro, plastica, metalli...), i rifiuti inquinati da vernici ed altri prodotti chimici, il truciolato di legno e la carta patinata o inchiostrata.
E' possibile compostare, ma in piccole quantità: gli avanzi di cibo di origine animale e i cibi cotti, le foglie di piante resistenti alla degradazione (come magnolie, faggio, aghi di conifere, castagno) e, con grande attenzione, lettiere di cani e gatti.

In questo modo, nel giro di qualche mese, con un processo del tutto naturale e senza alcun costo è possibile recuperare le sostanze organiche presenti negli scarti, prevenire la produzione di inquinanti, contribuire a contenere la quantità di rifiuti da smaltire (rallentando così l'esaurimento delle discariche e favorendo una miglior combustione negli inceneritori). Il tutto nell'interesse dei nostri orti e dei fiori dei nostri giardini.
Cosa fare  Su
  • Creare, in un angolo appropriato del giardino il cumulo per il compostaggio. Nessun costo.
  • Autocostruirsi una compostiera acquistando una rete inox, un termometro e un telo di copertura. Costo indicativo: 50 euro per l'acquisto dell'occorrente.
  • Acquistare una compostiera e l'occorrente già pronto. Costo indicativo 100/200 euro.

INTERVENTO DIFFICOLTA'
CONVENIENZA
1) Cumulo in giardino
Facile
* * *
2) Costruirsi una compostiera
Medio
* * *
3) Comprare una compostiera
Facile
* * 
Agevolazioni e contributi  Su
  • Alcuni Comuni riconoscono un contributo ai cittadini che praticano il compostaggio domestico riducendo la tassa sui rifiuti. Per ricevere informazioni, contattare l'ufficio ecologia (o l'ufficio tributi) del Comune di appartenenza.
Per saperne di più  Su

giovedì 10 settembre 2009

Utili consigli sulle specie da seminare

Questa tizia sa il fatto suo, in primavera rileggiamo questo quando decidiamo cosa seminare!!
http://www.erbaviola.com/2007/09/05/lorto-di-settembre-e-il-tempo-dei-bilanci.htm

In particolare sono soddisfatta di alcuni cambi di specie di orticole che ho fatto con l’intento di avere prodotti più adatti al mio terreno e che richiedano un minore consumo di acqua.
  • MELANZANE:
    Nel cambio di tipologia è stato il successo migliore della stagione, sono molto soddisfatta. In particolare, ho abolito le melanzane tonde, che richiedono molta acqua e sole costante per crescere. Hanno anche lo svantaggio che con 2-3 giorni di pioggia arrestano la crescita del tutto e addirittura se sono prossime alla maturazione cominciano a deteriorarsi per muffe e marciumi vari. Intendo queste:
    le ho sostituite con le melanzane lunghe violette:
    hanno frutti di massimo 20/22 cm, sodi, con pochissimi semi. Hanno una polpa così soda che non c’è nemmeno bisogno di salarle e farle scolare prima di usarle.
    Una di queste melanzane lunghe è circa 1/3 di una di quelle tonde ma il vantaggio è che maturano velocemente, rimangono sode a lungo sia attaccate alla pianta che in frigo (almeno 5 giorni) e la produzione è più alta con meno acqua. In pratica: apparentemente sono più piccole ma una pianta ne fa talmente tante che alla fine in quantità sono di più di quelle tonde.
  • CAROTE: Dall’anno scorso sono passata dalle bustine di “Carote” generiche alla semina di “Carota rubrovitamina”. A parità di acqua e terreno con le precedenti, la produzione è altissima, ho contato circa 8/9 kg per meno di 1 mq.
    Ho visto però che alcune tendevano a spaccarsi e avevano un sapore più debole, così ho ridotto l’acqua e sono venute benissimo, anche più saporite. Ho deciso quindi di tenere questa varietà che con il mio terreno è molto produttiva e richiede meno acqua delle varietà comuni.
    Come si vede dalla foto non hanno l’”appeal” da supermercato e non sono di quel ridicolo colore arancio fosforescente. Ma sono buonissime Smile
    Trovo ancora difficile ricavare i semi anche perchè i signori macaoni sono grandi mangiatori di barbe di carota … Laughing ma sono così belli che posso anche mettere in conto questi 1,75 euro di sementi ogni due mesi Laughing
  • INSALATA Le lattughe e in genere l’insalata a cespi richiede tanta acqua, oltretutto il sistema di piantagione che prevede spazi di terreno incolto tra un cespo e l’altro richiede altrettanta acqua che va tutta in evaporazione durante il giorno. Fino a giugno ho ovviato al problema impuntandomi a dare poca acqua e ‘parando’ l’evaporazione con una copertura di tessuto-non-tessuto che evitava anche la bruciatura da sole delle lattughe.Da metà giugno ho messo solo misticanza 4 stagioni con i seguenti vantaggi:
    - secondo me 16 varietà di lattughini, valeriana e radicchi insieme, rendono l’insalata più buona e l’apporto in vitamine e sali minerali più vario rispetto a un tipo solo di insalata
    - piantandola a spaglio, copre tutto il terreno, mantenendolo umido e fresco anche durante il giorno. La traspirazione è ridotta e il consumo di acqua minore.
    - tagliando con frequenza, ricresce per tutta la stagione. Ne ho fatta una prosa intera lunga circa 4,5 mt, quando arrivo alla fine con il taglio, quella all’inizio è già ricresciuta
    - grazie alla semina a spaglio e alla crescita fitta della misticanza, ci sono veramente poche erbacce da togliere, al contrario delle lattughe che richiedevano un controllo quasi quotidiano
  • POMODORI Ho dato la preferenza a quelli piccoli, stesso discorso delle melanzane. Ci mettono poco a maturare e le piante sono perennemente cariche. Ho messo pakino e roma. L’unica qualità più grande, dei perini ottenuti da semi che mi avevano regalato, è una delusione totale: quando maturano, in ritardo cronico, hanno la buccia durissima e il sapore è acquoso Sad Per l’anno prossimo proverò qualche altra qualità sempre a risparmio idrico ma sulle varietà precise mi sto ancora informando
  • SPINACI Ho provato la qualità Matador. E’ uno spinacio medio che cresce bene anche senza acqua e ha una qualità particolare che ho scoperto in una trasmissione inglese di giardinaggio: è ottimo per il sovescio, ovvero per rigenerare il terreno. Quando le foglie cominciano a essere non più tenerissime, si zappa e si rivolta il terreno senza togliere le piante di spinacio che contribuiranno a concimare e migliorare il terreno fissandone l’azoto (importantissimo per chi pratica l’agricoltura vegan e non usa concimi animali)
Intanto cerco di riprendermi con le semine e i trapianti di settembre. Essendo stata altrove affacendata in agosto, non ho abbastanza piantine di cavolo e verza da trapiantare e dovrò comprarne se voglio mangiarli anche a ottobre e novembre. Ho invece piantato una nuova prosa di misticanza, che sarà pronta a fine settembre/inizio ottobre, una prosa metà di biete e metà di spinaci, una piccola prosa di carote e sto preparando le nuove per accogliere cavoli, verze e cavolini di bruxelles. Pensare che fino a qualche anno fa mi facevano veramente schifo, non capivo come si potesse mangiare una roba così nauseabonda e puzzolente. Adesso non vedo l’ora di averli! Forse perché ho scoperto che mangiandoli crudi con qualche salsina sono buonissimi e soprattutto che sembrano essere dei potenti anticancerogeni.
E, naturalmente, son qui che aspetto con una secchiata di neem quelle terribili scroccone delle cavolaie. Vedremo se il neem riuscirà a tenerle lontane…

flauti di bambù

Il flauto di bambù non si trova nei negozi, né si riceve in regalo. Chi lo vuole se lo deve costruire con molta calma e pazienza, partendo da un semplice pezzo di
bambù, facendosi aiutare da un maestro. Mentre lo costruisce impara a suonarlo, una nota dopo l’altra. E alla fine lo dipinge, lo personalizza.E’ un lavoro che unisce abilità musicali, artigianali e pittoriche, e che fa riscoprire un antico piacere: quello di farsi da sé un oggetto, un qualcosa di bello che si può utilizzare con soddisfazione quando si vuol suonare. E soprattutto un qualcosa di veramente personale.

 http://www.flautidibambu.it

Gambusia Affinis: Buttiamole nel fiumiciattolo!!

http://it.wikipedia.org/wiki/Gambusia_affinis

I Seedsavers

I seedsaver sono tutti quelli strampalati che collezionano specie che si stanno estinguendo per favorire la biodiversità degli elementi!
Guardate questo sito e scaricate il catalogo, ci sono molte cose interessanti come le carote viola o altre chicche... Io ci farei un pensierino per la primavera!!

http://www.seedsavers.org/

http://www.seedsavers.org/pdf/SSE2009.pdf

Aglio e carote: il consiglio di un agricoltore!

"AGLIO"
(Allium Sativum L - fam. Liliaceae)



AGLIO s.m. (Secolo XIX). Pianta erbacea annua (Allium Sativum) della famiglia delle Liliaceae (plurale e sinonimo di Gigliaceae), originaria dell’Asia centrale diffusamente coltivata come ortaggio da condimento, il suo bulbo, in realtà formato da bulbilli, dà origine a uno scapo afillo che reca in cima un’infiorescenza globosa di piccolo fiori biancorossi, tra i quali spesso si trovano anche dei bulbilli atti a riprodurre la pianta agamicamente. Le foglie sono basali, lunghe, lineari, a guaina aplessicaule.

La parte edule è data dai bulbilli (spicchi), molto aromatici per la presenza di solfuri di allile. Si usa sia fresco che conservato, fatto asciugare al sole.

Si conoscono altri tipi di aglio, fra cui l’aglio romano o rocambola e l’aglio ursino.

Il primo (Allium scorodoprasum) è abbastanza simile al precedente, da cui si distingue per avere il bulbo composto da bulbilli peduncolati; l’infiorescenza è povera di fiori, reca bulbilli violacei ed è protetta da una spata breve, addoppiata. I bulbilli sono eduli, molto aromatici e soggetti ad essere conservati.

L’aglio ursino (allium ursinum), comune nelle zone submontane e montane, presenta un’inflorescenza ad ombrella appiattita, senza bulbilli, di 6-20 fiori bianchi. Le foglie sono due, ovato-lanceolate, ristrette in un lungo picciolo alla base; fiorisce in maggio-giugno. Contiene il 7% di olio essenziale, composto in gran parte da solfuri e polisolfuri di vinile; hanno un’azione rubefacente (farmaco che produce una rivulsione: irritazione locale provocata per far cessare lo stato di congestione o infiammatorio di un’altra parte del corpo o per stimolare il sistema nervoso); per via interna viene usato come ipotensivo e vermifugo.

La produzione dell’aglio per ettaro varia da 70 a 100 quintali di bulbi, a seconda della varietà. In Italia le regioni di maggior produzione sono l’Emilia Romagna, il Veneto e la Campania. L’esportazione è rivolta soprattutto verso la Germania, Francia e Svizzera. Per il suo gusto penetrante e il suo odore intenso, l’aglio è largamente usato in cucina come condimento e aromatizzante.

Ne fanno uso frequente, tra le altre, la cucina provenzale e quella spagnola e portoghese. In Italia è diffuso soprattutto nella cucina piemontese (bagna-cauda), in quella ligure (pesto, agliata) ed in quella centro-sud (verdure strascinate, maccheroni con aglio ed olio, ecc.).

ALLIUM genere di piante della famiglia delle Gigliaceae (sottofamiglia delle Allioideae) comprende circa 350 specie diffuse nell’emisfero boreale.

Tutti gli Allium sono bulbosi e hanno foglie lineari, ora appiattite ora fistolose, ossia più o meno cilindriche e cave, i fiori sono modesti ma numerosi, regolari, di 6 petali (elementi che, in numero vario, compone i verticilli fiorali nelle piante che portano fiori non distinti in calice e corolla), riuniti a formare un’ombrella globosa in cucina ad uno scapo per lo più afillo (piante il cui fusto è privo di foglie), generalmente protetta da una spata (brattea che ovvolge l’infiorescenza tipica delle palme e delle aracee); talvolta i fiori sono accompagnati da bulbilli atti a propagare la pianta. L’ovario è supero (ovario stipulato al di sopra del punto di inserzione degli stami - contrario: infero) e dà luogo ad una capsula triloculare (avario la cui cavità è divisa in tre logge o loculi: cavità che costituisce una suddivisione dell’ovario) con numerosi semi.

Tutti gli Allium sono caratteristici per l’odore che emanano.

Sono spontanei:

Allium Ursinum - nei boschi freschi e Allium Vineale nei terreni aridi.

Allium Neapolitanum è coltivato come pianta decorativa.

Altre specie come:

Allium Sativum, l’aglio comune; Allium Scorodoprasum, l’aglio romano; Allium Coepa, la cipolla; Allium Fistulosum, la cipolla d’inverno; Allium Schoenoprasum, la cipollina; Allium Porrum, il porro; Allium Ascalonicum, lo scalogno; hanno bulbo edule (commestibile) e rientrano fra le piante orticole.

Altre fonti riportano che sono più di 5.000 che l’aglio è usato in cucina. L’aglio cresce a grappolo. Il grappolo completo si chiama "testa"; ogni testa comprende tanti piccoli bulbi detti spicchi d’aglio. Originario dei paesi mediterranei, l’aglio cresce però anche in climi più freschi. Ne esistono numerose varietà: quelle migliori e più conosciute sono l’aglio violetto, l’aglio rosa e l’aglio primavera. L’aglio si raccoglie a giugno.



Coltivazione dell’aglio

Aglio d’India, Aglio Romano (Allium Scorodoprasum) è il tipo più bizzarro nella famiglia delle cipolle, tanto eccentrico che la pianta presenta bulbi aerei e un bulbo basale. I primi, piccoli e uniti in gruppi di quattro o più, nascono in cima al fusto, quasi come infiorescenze, e servono per la propagazione agamica come avviene per l’aglio vero e proprio. In Francia è chiamato "rocambole", e la parola è una degenerazione del danese "rokkensbolle" che significa cipolla da roccia. Viene chiamata anche porro della sabbia (il che dà l’idea dal suo habitat naturale e dove coltivarlo). I piccoli bulbi aerei sono naturalmente, commestibili.

Preparazione del terreno: terreno fertile e sciolto. Le piante rimarranno nello stesso posto per molti anni. Possono essere coltivate anche nel giardino roccioso.

Impianto: piantate i bulbi (quelli aerei e quelli basali); si possono piantare in autunno o a fine inverno. Distanza: 30 cm. circa.

Aglio (Allium Sativum) è una delle speci più antiche e robuste di Liliaceae commestibili. Secondo i romani dava forza a chi ne mangiava, tant’è vero che lo includevano nella dieta degli schiavi addetti ai lavori pesanti. È inoltre, un antibiotico naturale. È anche oggetti di superstizioni e pregiudizi: in certe regioni d’India lo si considerava addirittura creatura dei demoni. Per pelare facilmente lo spicchio fresco basta appoggiare il lato concavo ad un piano e quindi premere con il pollice sulla parte più voluminosa.

Preparazione del terreno: non presenta difficoltà; può essere coltivato anche nel giardino roccioso, nel vaso sul balcone, al limitare di un’aiuola nell’orto o a file.

Impianto: per avere prodotto da consumare fresco in primavera si piantano i bulbi (spicchi) in autunno, per il prodotto da conservare per l’inverno si piantano i bulbi da gennaio a marzo. Gli spicchi esterni dell’aglio, più voluminosi, servono meglio e danno produzione migliore. Si impiantano verticalmente (con la punta in alto) a 2 cm di profondità e distanziandoli di circa 15 cm.

Lavori nell’anno: diserbare e somministrare acqua se la stagione è secchissima e sempre con parsimonia (senza eccedere - misurato).

Raccolto: il bulbo è maturo in luglio - agosto. Lasciare i bulbi a seccare al sole per otto - dieci giorni e quindi provvedete alla loro conservazione in borse di rete appese o in reste.



Esperienza di un coltivatore

Ogni anno, a novembre, semino circa 500/600 bulbi d’aglio bianco che serviranno al consumo sia fresco che secco, della mia famiglia ed una parte per amici che me lo chiedono. Da molti anni mi produco il seme ed ad ogni raccolto scelgo i migliori bulbi da conservare per la semina.

Consiglio a chi ha un pezzetto di terra, di riservare qualche metro quadro per coltivare questa preziosa coltura. È una pianta che non richiede particolari attenzioni nella coltivazione e se avete un po’ di astuzia e fate come me, avrete dei buoni risultati.

Raccomando di non concimare il terreno con letame fresco, perché favorisce la putrefazione dei bulbi e l’infestazione di grillotalpe che li danneggerebbe. Anni orsono, quando partecipai ad un corso di Biodinamica capii che nello stesso spazio di terreno ci sono delle piante che convivono egregiamente insieme e da quel momento iniziai le mie esperienze.

Provai a seminare l’aglio in file un po’ più lontane l’una dall’altra; cm. 40 per 15 cm. Sulla fila tra un bulbo e l’altro. A febbraio, quando lo zappai nel mezzo, tra le file, ci semino delle carote e vi posso assicurare che il risultato è ottimo. A luglio, quando levo l’aglio, raccolgo anche le grosse carote. Provatelo e ve ne renderete personalmente convinti.

mercoledì 9 settembre 2009

Animaletti domestici

Il mio progetto preferito:
http://www.instructables.com/id/Turn-Old-Pallets-Into-A-Chicken-Tractor/

Per quando avremo un animaletto

Pesticida bioecologico e naturale

http://www.instructables.com/id/Make-an-all-purpose-organic-pesticide-from-vegetab/

Ci sono diverse istruzioni del genere su internet!! La mia idea comunque è che con il bioecologico ci puliamo il culo, almeno all'inizio dobbiamo fare come fanno tutti e usare i prodotti specifici per gli insetti che dobbiamo debellare, quando capiterà il problema :)

Urina come concime!!

Vegan Spinach Pie, or How To Turn Your Urine into an Ideal Hydroponic Solution for Plants!

http://www.instructables.com/id/Vegan-Spinach-Pie%2c-or-How-To-Turn-Your-Urine-into-/

Fare la plastica con le patate

Ecco un bel link per i progetti ortolani, quando saremo a regime con i prodotti:
http://www.instructables.com/id/Make-Potato-Plastic!/

Have you ever wondered if there is a more environmentally friendly way to make plastic with OUT using foreign oil? Currently, it is estimated that the worldwide production of petroleum based plastic is around 100 million tons annually, and that seven million barrels of petroleum are required PER DAY to produce that plastic ( info source ). What if we could take that number and cut it down to zero! This is all possible with the eco-friendly plastic of the future, and you can make some right now- OUT OF A POTATO!

Acquisti legnosi

Ho appena ordinato al papà di Rubertelli 12 paletti di frassino per uccidere i vampiri che vivono dentro le canne di bambù e per puntellare il terreno della salita dove creeremo gli scalini!! Domani pomeriggio vado a madregolo a prendere le assi e poi passo a ritirare i paletti, cosi possiamo iniziare i lavori!!


Per quanto riguarda le assi, pensavo indicativamente a 30cm x 60 cm, ma poi verifico sul posto in base alla lunghezza dell'assa madre, cosi risparmiamo!


Servono idee su come fare gli scalini... di cosa li riempiamo?? Si può mettere della sabbia, ghiaia, terra, mattonelle... serve qualcosa che non infanga le nostre nobili scarpe quando andiamo la!

Io opterei per la ghiaia del fiume taro!

martedì 8 settembre 2009

Concimare!!

Dopo aver vangato il terreno (ribaltando cosi le radici delle piante) e concimato (con sterco di vacca oppure con apposito concime in granuliconsigliano di coprire il terreno con uno strato di foglie secche.. in modo da proteggerlo dalle pioggie e da accumulare humus... in oltre consigliano di aggiungere un po di cenere di legna cosi da fornire anche del potassio!

Teniamolo a mente!!

lunedì 7 settembre 2009

Illuminazione

Riporto alcuni link dove si possono trovare istruzioni per preparare i vasetti ceh si illuminano. Durante le grigliate notturne fanno sicuramente la loro porca figura.
Le varianti sono, in ordine di difficoltà: a candela, a LED con pila, a LED con pannello solare, a LED con reattore nucleare a fissione.

Istruzioni 1
Istruzioni 2
Istruzioni 3

Costruzioni da campo

In attesa di mandarvi il progetto per il gazebo antipioggia vi giro un link sulle costruzioni da campo, magari può essere d'ispirazione per abbellire l'orto:

http://www.tuttoscout.org/tecniche/altre_costruzioni.html

domenica 6 settembre 2009

Lavori in corso

Vimini questo sconosciuto

In tutti i tempi e sotto tutti i cieli si è intrecciato e si continua ad intrecciare canestri e panieri. Di ogni forma, rotonda, ovale, alta e bassa, lunga e corta, col manico o l'impugnatura, persino quali borsette per signora. Fantasia e moda si rivelano inesauribili fonti d'idee nell'esecuzione di questo articolo, tanto utile nella vita di tutti i giorni
Ma per rendersi veramente conto delle possibilità e delle particolarità di questi materiali noti da tempi remoti e pur sempre moderni come la canna d'india e il vetrice (vinco) bianco o rosso, bisogna poterli lavorare personalmente.

Infatti è un'arte particolare quella di dar vita con le proprie mani, partendo da un intreccio di canne e festuche, a un oggetto che è qualcosa di più d'un semplice recipiente.

Il nostro foglio-modello vuol appunto diffondere quest'arte e facilitarne la pratica, in quanto, come per altre tecniche anche nell'intreccio sono necessarie alcune nozioni base, concernenti soprattutto il modo di iniziare e terminare un lavoro, mentre forma e ornamenti ognuno li esegue a proprio piacimento.

La canna d'India (chiamata impropriamente vimine) è la materia ideale per i principianti (esiste nei diametri da 1 a 8 mm). Si usa quasi sempre quella di u e 2,5 mm di diametro. Per eseguire canestri piuttosto grandi, e inserirvi decorazioni e per ornare i manici fatti di canna naturale (giunco), si adopera spesso della canna greggia. Il vetrice verde o mandato invece è difficile da lavorare; non è quindi consigliabile ai principianti, salvo occasionalmente, a titolo decorativo. Il materiale greggio va messo in molle prima dell'uso, in acqua fredda o tiepida, affinché diventi malleabile e non si spezzi. anche quando si intreccia, il lavoro va tenuto sempre umido. Il vinco va messo a macerare alcune ore prima dell'uso.

 Per maggiori informazioni

Visita all'orto con lo staff tecnico

sabato 5 settembre 2009

Rifacciamo gli scalini!!!!

Non potendo vangare (aspettiamo la pioggia) e non potendo
decespugliare (il Vascio è un tirapacchi) oggi io e scacco abbiamo
iniziato la ricostruzione degli scalini che dalla casetta portano
all'ingresso in basso!

venerdì 4 settembre 2009

Succo di uva fresco

Direttamente dall'orto!!!

Uva viti e altre storie

Un passaggio secondario

Il micio ha trovato un passaggio secondario per uscire dall'orto

X il Vascio

Nuovi libri x accrascere le nostre conosenze ortolane

L'orto familiare, PDF

Da leggere e rileggere:

PDF l'orto familiare

Fate l'amore con il sapore

Occorre fare un paiano serio per recupero, trasporto e stoccaggio del concime, altrimenti chiamato lammerda.
All'Italnolo noleggiano anche quegli aerei canadesi usati per combattere gli incendi?
Una pioggia scrosciante di feci come un'undicesima piaga d'Egitto è proprio quello che ci vuole per il nostro orto secco

giovedì 3 settembre 2009

Stivale di gomma super safety

Definito anche
LO STIVALE

http://www.dickiesworkwear.it/catalogue/stivali/-/FW13105/stivale-di-gomma-super-safety.html

Concimazione e prevenzione dai parassiti

Concimazione
Difficilmente il vostro terreno sarà abbastanza “ricco” da poter sostenere efficacemente delle coltivazioni.

Per supplire a questa mancanza bisogna aggiungere alla terra del concime: il migliore è il letame bovino, purché sia vecchio di almeno un anno (altrimenti rischia di “bruciare” le piante con un quantitativo eccessivo di azoto).

Se non riuscite a reperirlo, potete trovare in commercio del letame fermentato ed essiccato in cubetti (di solito denominato concime pellettato).

La quantità di concime necessario è piuttosto modesta: ne bastano circa 2 Kg per metro quadro, da distribuire come segue.

Durante la vangatura autunnale (vedi sopra), create in ogni aiuola una piccola "trincea" profonda circa 30 cm che deve correre lungo tutto il lato lungo dell’aiuola stessa. Mentre vangate abbiate cura di buttare la terra scavata lungo il lato opposto.

Mettete del letame nella “trincea” appena creata, nella misura di circa 1 Kg per 1 metro quadro. Fatto questo, procedete a vangare la striscia di terra immediatamente adiacente, buttando le zolle rivoltate sopra al letame nella “trincea”.

A questo punto avrete creato una nuova “trincea”: procedete come per la prima, interrando il letame e quindi coprendolo con le zolle prese dalla striscia di terra successiva. Ripetete l’operazione fino alla fine dell’aiuola.

Quando l’aiuola è completamente vangata, distribuite sulla sua superficie un ulteriore Kg di letame per ogni metro quadro.

Parassiti, malattie e trattamenti

Il vostro piccolo orto non avrà certo bisogno di ottenere certificazioni di agricoltura biologica; ciononostante, sarebbe un controsenso impiegare in maniera massiccia prodotti chimici in un contesto di questo genere, sia perché sono piuttosto costosi, sia perché ci si espone al rischio di intossicazioni.

Inoltre, non è infrequente che una parte dei parassiti sviluppi una certa resistenza agli antiparassitari, obbligando il coltivatore all’uso di nuovi veleni o di una combinazione di più prodotti.

Per evitare che le vostre verdure siano attaccate in maniera massiccia da parassiti, funghi e simili basteranno alcuni trattamenti preventivi e all’occorrenza dei lievi interventi correttivi.

Durante la crescita, irrorate le piante con poltiglia bordolese (un antiparassitario a base di rame) mista a silicato di sodio. La poltiglia uccide la maggior parte dei parassiti e il silicato aiuta a farla aderire meglio, oltre ad “incollare” alcuni piccoli insetti alle foglie.

La poltiglia bordolese si trova spesso già pronta, ma se volete preparare da soli un’alternativa più efficace, potete usare una miscela di zolfo e ossicloruro di rame (si trovano nei negozi di giardinaggio), sempre unita al silicato di sodio.

Quest’ultimo non è sempre facile da reperire: se non lo trovate, potete sostituirlo con del sapone di marsiglia puro, che è leggermente meno efficace ma sicuramente più disponibile.

Ripetete questo trattamento per due o tre volte durante il ciclo vitale delle piante (a seconda della sua lunghezza). Distribuite tutte le sostanze esclusivamente dopo il tramonto, per non colpire anche gli insetti utili (come le api o le coccinelle).

Dopo ciascun intervento, aspettate almeno venti giorni prima di consumare gli ortaggi trattati.

Nonostante tutti i vostri sforzi, è possibile che alcuni parassiti attacchino comunque le coltivazioni; in ogni caso, se avete preso tutte le dovute precauzioni non dovreste perdere una parte consistente del raccolto.

Proposta di acquisto libri

Dato che è emersa una profonda ignoranza da parte dei membri dell'orto, propongo di comprare qualche libro base sulla cura dell'orto, qualcosa che tratti temi generali e anche che insegni come coltivare gli ortaggi e le piante aromatiche piu diffuse (Per ogni pianta ci sono stratagemmi e tecniche di coltura che noi non possiamo sapere altrimenti!!)

Ho trovato il sito http://www.macrolibrarsi.it e in particolare i seguenti testi:


Aromatiche - Guida alla Coltivazione su Terrazzi e Balconi e in Piena Terra
Prezzo € 4,50
Il Campo in Conca, l'Arte dell'Orto Prezzo € 8,50
Ortaggi Trucchi e consigli per coltivare tante verdure saporite Prezzo € 9,90
Il Maxi Libro dell'Orto: Come progettare, impiantare, suddividere e organizzare il tuo orto
Prezzo € 12,00

Siete d'accordo ad acquistare un libro sull'orto??
Quale prendiamo?

mercoledì 2 settembre 2009

Chiavi dell'orto!!

E' ufficiale, abbiamo una copia delle chiavi dell'orto!!

Semina di piante officinali ed erbe aromatiche

Questa la risposta che ho ricevuto sul forum di giardinaggio:

Adesso mi pare un po prestino per cominciare a piantare qualsiasi cosa. Bisognerà aspettare i primi temporali d'autunno che rinfreschi l'aria e bagni il terreno e poi potrai cominciare a mettere le aromatiche legnose (salvia, rosmarino, lavnda, timo ecc.) mentre se vorrai mettere rucola, prezzemolo, erba cipollina e altre erbacee dovai aspettare a seminarle molto più tardi, verso fine dicembre/metè gennaio dipendendo dalla clemenza dell'inverno.

Pompe e gruppi elettrogeni

Dopo numerosi studi faccio il punto della situazione per la situazione acqua.

SOLUZIONE 1 (350 euro) Gruppo elettrogeno + pompa elettrica
Difficile valutare il tutto, riporto qui un link che spiega come scegliere un gruppo elettrogeno:
http://www.orsiflaviosrl.com/Scelta_Gruppo.htm
Inoltre segnalo rispettivamente un gruppo elettrogeno e una pompa elettrica su ebay, ma non sono affatto sicuro che la pompa funzioni perfettamente con quel gruppo elettrogeno.
Gruppo elettrogeno
pompa elettrica


SOLUZIONE 2 (200 euro) Pompa a scoppio
Questa pompa, in vendita su ebay, mi è stata consigliata da diversi venditori una volta sentite le nostre necessità. Ha una rilevanza di metri 20 e ciò la rende molto figa ai miei occhi.
guarda la pompa qui

Gramo come la gramigna

Relativamente alla distruzione della gramigna con prodotti chimici, devo dire di non essere molto d'accordo a procedere ora con la distruzione, è una cosa che va fatta in primavera... la cosa migliore che possiamo fare ora è vangare e sollevare l'erba con le radici, assicurandoci di buttare via tutto. E' un lavoro certosino ma funziona alla grande!!

A quanto sembra non è il periodo giusto, ma lascio la parola all'esperto:
Non sarà facile eliminare definitivamente la gramigna. Ti aspetta un gran bel lavoro. Poichè non mi dici se il terreno è occupato da altre colture, parto dal presupposto che sia libero.

Ti suggerisco di operare in questo modo.
Novembre non è il momento migliore per fare il trattamento diserbante nei confronti della gramigna ma devi aspettare la tarda primavera, quando la pianta sarà in piena vegetazione, meglio ancora se in fiore, in quanto i prodotti da usare sono sistemici, vale a dire prodotti che devono essere assorbiti dalla pianta e traslocati per via sistemica alle radici per essere devitalizzate. Pertanto a seconda dell'aera geografica nella quale ti trovi, regolati di conseguenza per valutare il momento migliore.

Per cercare di combinare un minor impatto ambientale (personalmente non amo tantissimo usare i prodotti chimici se non quando è strettamente necessario) ed allo stesso tempo ottenere dei buoni risultati in quanto la gramigna è oggettivamente una "peste" per le colture agrarie, quello che ti consiglio di fare adesso, se il campo non è molto grande puoi lavorare di rastrello in modo da portare in superficie le radici e portarle via dal campo (ti raccomando di non lasciarle sul campo ma allontanarle e se puoi bruciale). Se il campo è grande, puoi prendere a noleggio o farti prestare una macchina agricola in modo da rivoltare il terreno ed anche in questo caso, portare via dal campo le piante. In questo modo riduci sensibilmente la quantità di gramigna. In tarda primavera, quando la pianta sarà in piena attività vegetativa, orientativamente verso maggio (non so in che zona abiti), puoi intervenire con il diserbante Glyphosate che in ogni caso va usato con molta cautela ed in maniera il più localizzata possibile, tenendo conto di non irrorare nelle giornate di vento (per evitare il fenomeno della deriva vale a dire di mandare il prodotto su colture agrarie) o nelle giornate dove si sospetta la pioggia in quanto si ridurrebbe l'efficacia del diserbante.

Da maggio inizia i trattamenti con Glyphosate. Poichè il suo tempo di azione è di circa un mese (vale a dire la pianta dissecca in un mese) passato tale periodo, valuta la situazione e decidi se è il caso di fare un altro trattamento con il diserbante e così via per non più di tre trattamenti.
Eliminare definitivamente la gramigna è duro, molto duro. La cosa importante è cercare di eliminare il più possibile le radici perciò in ogni caso, ti consiglio di lavorare sempre manualmente.
Per quanto riguarda la tua seconda domanda non posso risponderti in quanto non mi dici di che specie si tratta.

Zzzzzzzzzzz...

"Escono dalle fottute pareti!"


L'ortodio è completamente infestato dalla zanzara tigre. Uso il singolare solo perchè non so se si dice "zanzare tigre" o "zanzare tigri", ma vi assicuro che il plurale sarebbe d'obbligo.

I prodotti migliori sono quelli della Sandokan (http://www.sandokan.com/) ma sono piuttosto costosi, quindi occorre essere parsimoniosi.

Pubblico uno strarcio di un articolo letto su mediciesalute.it

E' un insetto originario delle foreste tropicali del sud-est asiatico, conosciuto con l'appellativo di zanzara tigre a causa delle strisce bianche che attraversano il suo corpo di colore nero. [...]

Si riproduce depositando delle uova, tra le 40 e le 80 in media, in tutti quei contenitori capaci di contenere dell'acqua: le uova vengono adagiate sulla superficie in modo tale che aderiscano alle pareti. Una volta sommerse dall'acqua e in condizioni climatiche favorevoli si schiudono dando origine alle larve che, attraverso un processo di crescita di circa 1-2 settimane, raggiungono lo stadio di "pupe". Da questo momento impiegano circa 48 ore per diventare adulte e iniziare a volare. Nelle successive 48 ore la zanzara tigre è in grado di accoppiarsi. Una volta esaurita la funzione riproduttiva, il maschio sopravvive solo alcuni giorni, mentre la femmina tenta di procurarsi il suo primo pasto a base di sangue, necessario per far maturare le uova. Poi, dopo 2-3 settimane, muore. [...]

I focolai tipici del suo ambiente d'origine sono le cavità che si formano nel tronco degli alberi ad alto fusto, ma anche gli incavi di alcune piante, soprattutto dei bambù e le pozze d'acqua che si formano tra le rocce. La sua grande capacità di adattamento le ha consentito, una volta arrivata nel nostro Paese, di riprodursi praticamente in ogni manufatto in grado di contenere piccole raccolte d'acqua dolce: bacinelle, sottovasi, secchi, scatole di plastica, bottiglie rotte e copertoni d'auto lasciati all'aperto.
La zanzara tigre depone le sue uova da aprile ad ottobre. Considerando, però, che, in condizioni ideali di temperatura e umidità, le uova sono in grado di sopravvivere sino a più di 240 giorni e di resistere a temperature anche sotto lo zero, non stupisce che esse riescano a superare persino le stagioni invernali. Sono, perciò, presenti tutto l'anno. [...]

E' bene non abbandonare oggetti e contenitori che possano raccogliere acqua piovana (copertoni, bottiglie, sottovasi, innaffiatoi). Provvedendo semmai a svuotarli o, qualora fossero inamovibili, a coprirli con teli di plastica e zanzariere e ad inserirvi filamenti di rame, metallo conosciuto per il suo effetto tossico sull'insetto. Nelle piccole fontane da giardino, inoltre, è consigliabile introdurre pesci larvivori, quali i pesci rossi.



Per ora il piano è questo:
  1. Per quest'estate le zanzare ce le teniamo, dall'anno prossimo si inizia prevenzione e disinfestazione
  2. Già da quest'anno dobbiamo far sparire tutti i contenitori di acqua ristagnante.
    Le zanzare tigri depongono le uova solo nell'acqua che ristagna, ne basta pochissima (come un sottovaso) e in pochi giorni ne nascono un bordello. Se proprio siamo costretti a tenere acqua ristagnante ci sono tre ulteriori soluzioni:
    • Si mette nell'acqua un prodotto apposta per uccidere le larve (v. punto 1)
    • Si butta nell'acqua un paio di pesci rossi che oltre ad essere carini e fare la guardia al giardino, sono anche ghiotti di larve di zanzara
    • Si copre il tutto con un panno di cotone per evitare che passi qualsiasi cosa a parte l'aria e la sfiga.
  3. Per l'anno prossimo dobbiamo comunque prevedere un piano di disinfestazione con i prodotti apposta, sopratutto in prossimità di eventi tipo grigliate.

Come coltivare il luppolo in casa

Breve guida alla coltivazione casalinga del luppolo

FONTE: http://www.arsbirraria.org/


Dopo aver parlato della fase di raccolta e conservazione del luppolo “homegrowed”, è arrivato il momento di affrontare l’argomento più importante: la coltivazione in casa. La primavera è infatti ormai alle porte e si sta avvicinando il momento perfetto per piantare. Prima di affrontare la parte tecnica è però giusto parlare un po’ della storia di questa strana pianta, che da più di 1000 anni viene adoperata per amaricare, profumare e stabilizzare la birra.


Il luppolo (nome botanico Humulus lupulus) è una pianta rampicante, molto diffusa nell’Italia centro-settentrionale, che cresce spontaneamente lungo le rive dei corsi d’acqua e ai margini dei boschi, fino a circa 1000 metri di altitudine. Ovviamente non possiamo utilizzare nelle nostre birre il luppolo selvatico, in quanto non è possibile capire quali componenti aromatiche e amare ci può fornire. Occorre quindi coltivare varietà ben definite e selezionate, in modo da avere un controllo completo in fase di birrificazione, a seconda dello stile di birra scelto. Per la produzione della birra viene infatti adoperata l’infiorescenza femminile, o cono, prodotta dalla pianta femmina del luppolo. All’interno di ogni cono è presente una polvere giallastra composta da resine (principalmente alfa-acidi e beta-acidi responsabili del grado e tipo di amaro), polifenoli (es. flobafeni, xantumolo) e oli essenziali (responsabili del caratteristico profumo del luppolo), tutti variabili a seconda del tipo di luppolo.

I rizomi
La pianta cresce e si propaga da una grossa radice chiamata rizoma, dalla quale poi partono i tipici tralci rampicanti. Per iniziare la coltivazione è necessario quindi procurarsi i rizomi, facendo delle talee da piante già esistenti oppure acquistandoli presso negozi esteri specializzati. In Italia, ad oggi, non esistono negozi dedicati alla produzione e vendita di rizomi, mentre ce ne sono parecchi nei paesi con maggiore tradizione brassicola (Belgio, Germania, Inghilterra, Repubblica Ceca).
L’acquisto dei rizomi è la soluzione più semplice ed efficace, ma ha bisogno di alcune accortezze: occorre infatti che la spedizione parta nei primi giorni della settimana, in modo da ricevere il rizoma dopo massimo 2-3 giorni. I vasetti con il rizoma normalmente vengono spediti avvolti nel giornale bagnato per mantenere l’umidità, ma purtroppo le condizioni di trasporto dei corrieri qualche volta danneggiano irrimediabilmente il rizoma. Una volta ricevuti i vasetti, è possibile conservarli in frigo fino a quando non sarà arrivato il momento per piantarli.

Il terreno di coltivazione
Come indica la seconda parte del nome botanico (lupulus = lupo), il luppolo è una pianta molto resistente e selvaggia, che cresce anche in terreni poveri di sostanze nutritive. Per poter avere un buon raccolto è necessario, però, seguire alcune indicazioni. Il luogo ideale per far crescere il luppolo deve essere una zona:
- esposta a sud, con una esposizione al sole di almeno 6-8 ore al giorno
- con un buon ricircolo di aria per prevenire le malattie e i parassiti
- riparata dai forti venti per evitare che la pianta si danneggi
- con un terreno fertile (con un pH compreso fra 6 e 7,5) e un buon drenaggio.


Queste condizioni sono pressoché indispensabili per avere un raccolto decente e sano. Nel caso abbiate terra molto argillosa è possibile unire sabbia e ghiaia, in modo da alleggerire la massa e aumentare il drenaggio


Piantare i rizomi
Il periodo migliore per piantare è da marzo a maggio, passate le ultime gelate. La tecnica consiste nel creare una collinetta alta circa 15 cm e sistemare orizzontalmente il rizoma (o al massimo due) a circa 10 cm di profondità. Le radici devono essere posizionate verso il basso e i germogli bianchi dei tralci verso l’alto per facilitare la crescita.
Sulla collina, e intorno ad essa, è consigliata l’applicazione di uno strato di pacciame (paglia, foglie secche o corteccia di pino sminuzzata) in modo da evitare la proliferazione delle piante infestanti e ridurre l’evaporazione dell’acqua dal terreno. La terra intorno al rizoma deve essere infatti sempre umida.
Se pensate di piantare varietà differenti dovete mantenere fra una pianta e l’altra una distanza di almeno un metro e mezzo per evitare “intrecci” al momento della crescita. Nel caso intendiate piantare 2 rizomi per collinetta controllate ovviamente che siano della stessa varietà.


Creare la struttura di sostegno
Vicino al rizoma è necessario costruire una struttura di sostegno che permetta ai tralci di rampicare verso l’alto con facilità (ogni tralcio può raggiungere i 7-8 metri di lunghezza!). A seconda del luogo di coltivazione è possibile sfruttare un muro, una recinzione, una pergola o delle colonne. Se non disponete di queste strutture dovrete allora costruirne una adatta allo scopo.
Ecco le regole base da osservare:
La struttura deve essere alta circa 2,5 - 3 metri, in modo da non rendere difficoltoso il raccolto;
L’area di sviluppo deve essere tale da permettere la crescita di tralci lunghi 6-10 metri;
Se non è possibile sfruttare altre strutture nelle vicinanze piantare dei pali robusti nel terreno;
La struttura deve essere molto robusta considerando che ogni singola pianta può arrivare a pesare fino ad una decina di Kg;
Per facilitare l’arrampicamento dei tralci della pianta è necessario usare reti metalliche o plastiche a maglie molto larghe.
Una soluzione usata spesso e molto efficace è quella di costruire una rete alta circa 3 metri che prosegue in orizzontale per altri 3-4 metri. Questa configurazione faciliterà le operazioni di raccolta e permetterà uno sviluppo totale della pianta.
Un’altra soluzione consiste nel piantare un palo di circa 5 metri e tirare a terra 4-6 cavi, collocando un rizoma alla base di ogni filo, ad una distanza di circa 2 metri dal palo. Questa configurazione occupa pochissimo spazio, ma è consigliata soprattutto a chi deve piantare rizomi della stessa varietà, in modo da non confondersi al momento del raccolto. A causa del peso elevato che può raggiungere è opportuno piantare il palo per almeno 1-1,5 metri.
Un ulteriore sistema consiste nel collegare con un filo-guida l’estremità di 2 o più pali. Al filo può essere poi agganciata una rete per far arrampicare i tralci. Con una distanza fra i pali di 6-8 metri è possibile piantare fino a 3 rizomi di varietà diverse.


Un ultimo consiglio: segnate sempre sulla pianta o su un quaderno l’ordine esatto delle varietà piantate, in modo da non confondervi quando dovrete raccogliere i coni a fine estate.

La coltivazione in casa del luppolo, come avrete sicuramente notato, è un’attività praticamente alla portata di tutti: occorrono soltanto un po’ di spazio, un buon terreno e tanta buona volontà. Rispettando le poche regole descritte in questo articolo è possibile ottenere luppolo di ottima qualità e in grande quantità: da ogni pianta, a seconda della varietà, è infatti possibile raccogliere fino ad una decina di kg di luppolo fresco!

FONTE: http://www.arsbirraria.org/

Humulus lupulus

Il luppolo (Humulus lupulus, L. 1753) è una pianta a fiore (Angiosperma) appartenente, come la canapa (Cannabis Sp.), alla famiglia delle Cannabaceae; ordine delle Urticali.
FONTE: Wikipedia

Il luppolo è una bella pianta rampicante che produce grossi fiori bianchi dall'intenso profumo di... Beck's.

Dopo un lungo studio di fattibilità e una riunione con gli azionisti è stato ufficialmente deliberato che da aprile/maggio un paio di piantine di luppolo allieteranno le nostre giornate campestri.


Seguirà una piccola guida sulla coltivazione di questa nobile pianta.